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ilmondoinvisibile

Il primo blog di Laura Bogliolo. Le origini di GiornalariSiNasce...






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giovedì, ottobre 31, 2002
 
ISRAELE: CRISI DI GOVERNO
Il governo di unità nazionale presieduto da Ariel Sharon è caduto il 30 ottobre dopo che i ministri laburisti hanno deciso di lasciare la coalizione e di votare contro la legge finanziaria del 2003. I laburisti avevano chiesto di destinare allo sviluppo delle città più povere i 145 milioni di dollari previsti per gli insediamenti israeliani nei Territori. La legge finanziaria è comunque stata approvata in prima lettura con 67 voti favorevoli e 45 contrari. La crisi di governo ogni probabilità porterà a un'anticipo delle elezioni.
Con l'uscita dei 25 deputati laburisti, la coalizione al potere si trova ora in minoranza potendo contare su 55 seggi su un totale di 120.
IL PREMIER AVVIA I CONTATTI - Il primo ministro israeliano Ariel Sharon non perde tempo e già la scorsa notte ha
cominciato a muovere i primi passi per assicurare alla coalizione di governo la maggioranza persa dopo l'uscita dell'ex alleato partito laburista. Il principale destinatario degli sforzi del premier è Ihud Leumi-Israel Beitenu (Unione Nazionale e Israele Casa Nostra), che raggruppa due partiti di estrema destra. Questa formazione conta sette deputati, il cui appoggio alla Knesset assicurerebbe alla coalizione di governo 62 seggi, uno oltre il quorum minimo di maggioranza.
PERES NON CEDE - Intanto il laburista ministro degli Esteri uscente Shimon Peres, ha rifiutato l'offerta di entrare a far parte di un nuovo esecutivo, fattagli da emissari del premier e leader del Likud, Ariel Sharon.
LE CONSEGUENZE - Il gabinetto Sharon non cadrà automaticamente, anche perchè ieri la Knesset ha comunque approvato la finanziara; ma, da governo di unità nazionale che era, si trova adesso in minoranza ed è costretto a contare sull'appoggio dei partiti dell'estrema destra, in attesa di convocare elezioni anticipate entro novanta giorni.
HA'ARETZ, Israele


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lunedì, ottobre 28, 2002
 
I CONTI CHE NON TORNANO...
«La gente di solito usa le statistiche come un ubriaco i lampioni : piu' per sostegno che per illuminazione »
(Mark Twain)


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lunedì, ottobre 21, 2002
 

4120 BATTUTE... FUORI DAL CORO

Esco col cane e gli sussurro ‘’fai ‘sta cacca, ennamo’’. Inizia a fare freddo. In strada non c’è nessuno e dall’angolo della via potrebbe sbucare un vampiro o peggio ancora il mio vicino. Sai che colpo, per tutti e due. Mi scoprirebbe in versione nightmare, con la felpa blue gigantesca con la scritta New York indossata maldestramente anche il 12 settembre 2001 a lavoro mentre scrivevamo dei morti delle Torri e i pantaloni della tuta per le lezioni di spinning mai iniziate. Le scarpe sono quelle comprate l’altro sabato. Una soddisfazione. Fino a quando le mostro a una mia amica che commenta ‘’a La’… sono come tutte le altre’’. E no. Stavolta ho osato: ho abbandonato il nero per il marrone. E poi sono morbide, calde e cicciottelle. Sono simpatiche. Sarà strano, lo so, ma con le scarpe ho sempre instaurato un rapporto umano. Ci sono quelli che danno i nomi alle macchine, alle barche o al loro sesso. Io mi affeziono alle scarpe. Fino a qualche anno fa rigorosamente da ginnastica.
Ricordo le reebok nere. Diciassette anni. Quando ti capita di innamorarti alla follia, inizi a chiederti '’perché’’, e non trovi nè risposte, nè sollievo. Quanto le ho amate quelle scarpe. Ce l’ho ancora. Bucate, aperte in punta, soprattutto la destra. E devo stare attenta e difenderle dai raid improvvisi di mio padre che decide anche quello che deve e quello che non può stare in casa. Mi chiedo cosa gliene possa fregare se in fondo a un piano della scarpiera nascondo le mie reebok.
Le ho portate con me anche all’esame di maturità. Sto per entrare per l’orale e quella toscana un po’ fagotta dell’insegnante di italiano mi incoraggia con un ‘’belle scarpe.. ma non ti sei accorta che è estate? Anche oggi te le dovevi mettere?’’. ‘Sta vecchia. Facevano parte della mia divisa, quella che mi riparava dalle idioti come te, capaci di dirmi solo ‘’6- per il tema, questo non è un articolo, e comunque i giornalisti non sanno scrivere’’. Brava lei. A interrogarmi su Dante che avevo leggiucchiato la sera prima davanti alla Tv con l’angoscia che la vecchia domani mi poteva chiamare. Quell’Alighieri mai capito. Troppe parole, tutte ‘’storte’’ per pochiconcetti telecomandati dalle traduzioni dei cosiddetti Grandi della critica. Bravi. Avete già scoperto tutto voi. E allora io che la leggo a fare la Divina Commedia? Neanche posso interpretarla. Devo leggerla e dire che Dante in quel momento ha scritto A perché pensava a B. Neanche le equazioni amavo. E’ come La gabbianella e il gatto, La vita è bella, Harry Potter e l’ultimo Pinocchio, … un’inflazione da protagonismo, tutti ne parlano, lodi e lodi… E allora decido che non li vedo. Perché non potranno mai essere miei. Mai fatto un tema di letteratura. L’ultimo anno di liceo sceglievo sempre e solo temi di attualità. E quanto rosicava la fagottona toscana, parente forse dell’Alighieri. ‘’Non puoi.. non puoi… devi portare italiano come orale, così sarà più facile fare il tema all’esame. Come fai con l’attualità? Che ne sai che argomento esce?’’. Certo, meglio studiare 15 chili di libri sulla
critica letteraria che comprarsi il giornale ogni giorno. E che poteva uscire come tema d’attualità alla maturità dell’estate del 1991 con la defragmentazione in corso dei due blocchi che per 40 ci avevano schiacciato?
Il vicino non l’incontro. Per ora neanche il vampiro si fa vivo. La mia puzzetta gigante (‘’un cane di nome MINA’’ è il titolo) annusa, si ferma, prende la mira, la sta per fare, ma poi si rialza. Un rito che si ripete dieci volte. La sigaretta è finita, il freddo no e il vampiro può sempre aggredirmi alle spalle. ‘’Nnamo puzzetta.. fai sta’ cacca’’. Si decide e la fa. ‘’Andiamo a
casa, ora l’hai fatta’’. Appena mollata l’ultima zolla riceve uno strattone. Sono stata io e me pento subito. Mi sento in colpa e penso. Ma quante volte ho rinunciato a farla perché il bagno pubblico era sporco? In autostrada un cesso senza carta igienica, un altro con la piscia sulla tavoletta o il pavimento bagnato. E non ti chiedi da cosa. Vuoi solo trattenere il respiro e uscire.
Puzzetta oggi è uscita dieci volte da dieci bagni pubblici. Potete biasimarla?

Dedicato ai sacrissimi e puzzolentissimi giornali che non mi vogliono e che mettono limiti di battute. Dedicato anche alla prof.ssa Riccardelli... Ehi.. fagottona toscana sorellastra dell'Alighieri.. vatti a leggere pagina 15 de Il Messaggero, edizione 20 luglio 2002
Laura


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giovedì, ottobre 17, 2002
 
UNA TRIBU' CHE CHATTA
Icq è veramente un mondo da scoprire. Mi chiedo come ho fatto fino ad ora, quando fissavo lo schermo e mi chiedevo ‘’Internet non può essere solo questo… che noia… ho bisogno di contatti’’. Ed è tutto causale, una catena infinita di umanità. Il bello è che ti dai un appuntamento per chattare con qualcuno che matematicamente non incontri, e ti rendi conto che quella è solo l’occasione per conoscere persone sempre più interessanti. Ieri notte dovevo chattare con un signore di Carlo Forte (Cagliari) che è la mia isola dell’anima, lì ci sono le mie origini e forse anche quella parte di me che ancora non riesco a capire. Il carlofortino non c’era ma ho conosciuto Nicodemo, 57 anni, un professore di fisica italo-americano che vive a Canadensis, negli Usa. Due ragazzi del Libano, completamente diversi. E Mouse, palestinese rifugiato in Giordania che compra vestiti usati per risparmiare mezzo dollaro e navigare un’ora su Internet.
SEGNALAMI I TUOI INCONTRI IN CHAT [>]

RICORDANDO EL ALAMEIN
''Siamo tutti uguali davanti alla morte, non davanti alla storia’’ (Italo Calvino)
Dal 23 ottobre al 4 novembre si combatte' ad El Alamein, piccolo villaggio a 80 km a ovest di Alessandria, l'ultima offensiva delle
truppe italo-tedesche per la conquista del canale di Suez. Due coalizioni e tre eserciti affrontano tra le sabbie infuocate del deserto egiziano, una battaglia le cui conseguenze influirono sulle sorti della Campagna d’Africa e dell’Afrika Korps. La battaglia di El Alamein costò la vita a diciassettemila italiani, tredicimilacinquecento inglesi e novemila tedeschi. Tre ossari (uno italiano, uno inglese e uno tedesco) raccolgono le salme dei caduti di El Alamein.In mezzo l'Egitto, bottino di guerra dei due schieramenti e teatro del massacro. Domani il presidente Ciampi porterà omaggio ai caduti. Anche quello egiziano lo farà.


(Started on Sat Oct 19 12:51:53 2002)
‘’My country was a land of war & it wasn’t a part of it. It was .......... i think it was Rommel’’. Mustafa, 22 anni, di El Cairo, non ricorda con sicurezza a chi ‘’appartenesse’’ la battaglia di El Alamain. L’unica cosa certa è che il suo paese fu solo la terra dove fu combattuta quella battaglia. Ha molti amici italiani. Crede che la responsabilità della campagna africana sia solo di uno uomo: Hitler. La cosa che più lo fa impazzire è il numero dei morti della guerra nata da un pensiero folle.
M. è più aggressivo. Ha un negozio a El Cairo e vende papiri, ‘’originali, antichi’’. ‘’Noi siamo state le vittime di quella guerra. Gli inglesi volevano conquistarci.. e adesso il presidente e il primo ministro egiziano vanno anche a portare i fiori ai caduti…’’.
Hisham, ‘’an IT Trainer and Consultat’’, 27 anni di El Cairo fa un invece un parallelo con la cronaca di oggi. Scrive che fu una guerra per distruggere e destabilizzare l’Africa. ‘’Lo stesso sta facendo adesso l’America. Vuole aggiungere un’altra guerra a quella portata avanti da Israele. Il tutto solo per creare disordine e indebolire l’intera area geografica’’.

CHATTANDO CON UN PALESTINESE

(Started on Mon Oct 14 15:39:09 2002)
‘’Are you a woman or a catholic woman?’’. M., 36 anni, profugo palestinese in Giordania dal 1967, non ha ancora capito. In Italia la religione non è così importante da far aggiungere un terzo genere alla specie umana: donna, uomo e donna cattolica.
ARE YOU FAT? - M. si è svegliato presto questa mattina. Ha cercato lavoro, ma non lo ha trovato. Vive in un campo profughi. A pranzo ha mangiato un omelette. L’ha cucinata lui, a casa sua. Ora vive da solo. E’ divorziato da pochi mesi. Ha due bambini. Vivono con la mamma che in passato è stata in Germania. M. è curioso. Mi chiede se sono ‘’fat’’. Ed io:‘’perché me lo chiedi? Tu sei grasso?’’. ‘M. risponde che lui è un profugo e che un profugo non può essere grasso. ‘’Sono alto 1,68 – scrive - e peso 45 chili’’. Sono stata un’idiota a scherzare sul suo peso. Faccio un’altra battuta:’’è vero, il grasso è una malattia dell’Occidente, dei popoli ricchi. Infatti Sharon è grasso’’. ‘’Ah ah ah’’, M. ride e poi mi chiede cosa ho mangiato. ‘’Niente’’ rispondo. M. si preoccupa. ‘’Stop girl, you have to be carefull your health’’, devo stare attenta alla mia salute, lo dice in un inglese un po’ arrangiato ma comprensibile. Ha smesso di studiare a 12 anni ed ha imparato l’inglese da solo. M. mi consiglia di mangiare la prossima volta a pranzo. Magari ’’fish and rises’’, pesce e riso. Continua a preoccuparsi. Devo stare attenta alla salute. Cerco di spiegargli che questo è lo stile di vita occidentale, ‘’non c’è tempo per mangiare’’.
IL SOGNO - Scherziamo. Mi chiede se voglio un tè. Mi chiede di fargli una pizza con le olive. Gli spiego che in Italia sono gli uomini a cucinare per le donne, a servirle. Lui ride e poi accetta. ‘’Ok allora io faccio la pizza e tu il tè’’. Mi congratulo con lui:‘’Hai conquistato metà cittadinanza italiana’’. M. confessa che il suo sogno è venire in Italia. Gli chiedo se ha i soldi per il viaggio. Lui dice di no. Ma ha una ‘’visa card’’ e molti amici in tutte le parti del mondo. Quando gli chiedo se conosce qualcuno in Italia, risponde con un ‘’no’’ secco. Ho capito che ha paura. Mi chiede se sono una della Cia. Spezzo la tensione. Gli scrivo che sono 007 e nel messaggio invio lo smile con gli occhiali neri. M. ride. ‘’Se vuoi venire in Italia allora inizia ad imparare l’italiano. Tu mi insegnerai l’arabo’’ gli scrivo. Iniziamo a scambiarci vocaboli tradotti nelle due lingue, usiamo l’inglese come linguaggio comune. Gli chiedo se conosce associazioni no profit in Giordania che possano aiutarlo. Mi dice che non ha bisogno dell’aiuto delle UN (United Nation). Provo a fargli capire che l’Onu non c’entra con certe Ong. Poi gli scrivo che in Italia la vita non è facile se non hai un lavoro o un amico. Rifletto. Digito: ‘’ma forse tu preferisci comunque venire in Italia per essere libero’’. ‘’That’s right!’’ risponde.
MUM AND DADDY - M. cambia nick name. E spiega:’’l’altro nick lo uso per chattare con la mia famiglia’’. Sono i genitori che non ha più visto da quando è stato trasferito al campo profughi in Giordania. Sua madre e suo padre sono rimasti a Gaza. Mi chiede se mi piacciono i miei genitori. Gli rispondo di sì. ‘’Vado più d’accordo con mia madre’’, sottolineo. Scrivo che con mio padre parlo poco, ma ci vogliamo comunque bene. M. digita:’’ah ah ah… parlo di più io con mio padre di te, tu che ce l’hai vicino, ed io che non lo vedo mai’’.
SWEET AND TERROR KIDS - M. mi parla dei suoi due figli. Dice che sono ‘’sweet and terror kids’’. Non capisco. Perché ‘’terror’’? Mi dice che ‘’they’’ distruggeranno i ‘’silly yankee’’. ‘’Who… they?’’, chiedo. ‘’Hamas’’ risponde. M. inizia a chiedermi se mi piace Hamas. Penso. E scrivo ‘’Hamas è un fenomeno politico e sociale importante, da studiare’’. Clicco ‘’send’’. Secondo M. è un peccato che io non conosca l’arabo, vorrebbe mandarmi un comunicato di Hamas che gli arriva via mail. Gli chiedo se Hamas ha anche un Web site. Mi dice di sì, ma ‘‘it is dangerous’’. Gli chiedo se la polizia controlla gli Internet caffè e lui risponde di sì. Inizia di nuovo con frasi strane… capisco solo i nomi ‘’Bush, Saddam e Berlusconi’’. M. è contento che Bush voglia fare la guerra all’Iraq, perché ‘’Saddam è un assassino, tutti i paesi arabi lo sono e se scoppia la guerra contro l’Iraq sarà una guerra mondiale, dove Usa e i paesi arabi pagati dalla Cia verranno distrutti’’. ‘’L’Europa no. Hamas non odia l’Europa e l’Italia. E’ Bush che vuole usare l’Europa per conquistare il mondo’’. Gli chiedo se può inviarmi il comunicato, ma M. ci ha ripensato, dice che è troppo pericoloso.
M. continua a definire i suoi due figli ‘’terror kids’’ e scrive di essere ‘’il liberatore dei profughi palestinesi’’ e che insieme distruggeranno l’Occidente, ma non l’Europa. Scrivo che se ama il suo popolo non deve portarlo alla morte. Ma M. si arrabbia… ‘’dovremmo allora continuare a vivere lontano dalle nostre terre?’’. ‘’No’’ scrivo..’’no’’. Ma non so cos’altro dirgli.
Le altre storie: http://chatlaura.blogspot.com/
Link: http://pinoscaccia.blogspot.com


LE PAURE DEL PALESTINESE
(Started on Thu Oct 17 17:29:12 2002)
‘’Fumi mentre chatti?’’. M. è preoccupato. I suoi genitori vivono a Gaza. Non li vede dal 1967, quando è stato trasferito in un campo profughi della Giordania. Sogna di venire in Italia. Ma non può mettere molti soldi da parte perché deve pensare ai suoi due figli e alla sorella. Lei ha ventisei anni e ‘’ogni 4 mesi deve cambiare il sangue’’. M. è preoccupato. Mi chiede ogni giorno a fine serata quanto ho fumato.
SIGARETTE E UMANITA’ - ‘’Fumi anche prima della colazione?’’. Gli dico di sì e lui mi sgrida ‘’bad, bad girl… ‘’. Dice che devo pensare alla salute. E non capisce perché noi donne occidentali non pensiamo alla salute. ‘’Voi siete importanti, e intelligenti e con la vostra umanità potete aiutarci’’. Chiedo se nel campo profughi dove vive lui le donne fumano. ‘’Sì, solo alcune però e non mi piace il loro odore’’ risponde.
FREDDO A LACRIME - ‘’Oggi sei a bit cold’’. M. si preoccupa. E’ vero. Oggi sono un po’ fredda e distaccata. ‘’E’ stata una cattiva giornata a lavoro, sono arrabbiata’’. Vuole sapere perché. Passa nel corridoio il collega che mi ha fregato la promozione. Rileggo la mail maschilista che mi ha offesa. Il progetto di 40 pagine scritto inutilmente. E guardo i 4 bicchieri di plastica sporchi di tracce di caffè che hanno sostituito il mio pranzo. Mi sento un’idiota. E scrivo: ‘’scusa, sono una silly occidental woman, io sto qui ad arrabbiarmi per il lavoro, mentre tu soffri lontano dalla tua terra e dai tuoi genitori’’. M. risponde. ‘’Non è vero, tu sei sensibile e intelligente’’. Scrive che chattare con me lo aiuta. Per lui è il ‘’sogno’’, poi quando si sconnette da icq piange, per il suo ‘’doloroso passato, triste presente e inesistente futuro’’. E poi ride ‘’ahahahaha’’….e digita ’’teviglahbene… cihaotesori…’’, le frasi in italiano che gli ha insegnato un suo amico palestinese, ‘’uno che ce l’ha fatta. Lui adesso studia ingegneria a Napoli’’.
SOLDI E POPOLI - ‘’Che lavoro fa tuo padre?’’. ‘’E’ un commerciante – rispondo - ma io non sono ricca’’. I soldi sono ‘’una cattiva cosa’’ secondo M.. Gli chiedo perché. E lui: ‘’scatenano la guerra e uccidono i popoli’’.
Vuole sapere perché. Perché preferisco mia madre e perché non parlo con mio padre. Non trovo le parole in inglese. Mi dice che non fa niente, lui capisce. Se a me non piace mio padre, non piace neanche lui. E mi saluta. Come fa ogni volta. ‘’Un bacio a te e anche a mum, sulla testa’’.
Alle 15.13 a Gaza nel campo profughi del 'Blocco O' di Rafah soldati israeliani rispondono con dei missili a delle granate lanciate a Rafah. Un numero ancora imprecisato di palestinesi sono morti, almeno 35 i feriti tra cui due bambini (uno di 4 anni e uno di 12), due uomini giovani e due donne anziane secondo quanto riferito dal direttore dell'ospedale di Rafah, Ali Moussa.

WORLD WATCH CHAT
DAGLI USA (Started on Sat Oct 12 23:54:40 2002) Nico, 57 anni, un professore di fisica italo-americano che vive a Canadensis, mi ha portata in chat da Icq. Gli ho scritto che non mi piaceva, perché le lettere apparivano in modo molto lento (nella chat di Icq le parole si visualizzano come quando scrivi su word, lettera, per lettera, clic, per clic, con il cursore che batte) e lui mi risponde ‘’è bello per questo, mi piace di più perché vediamo come si genera il pensiero con le vocali e consonanti...’’. E poi mi ha subito sgridata quando gli ho detto che il mio sogno è fare la giornalista:’’Laura, non devi fare la vittima. Ti assicuro che se tu hai fede in te stessa, certamente ti affermerai come giornalista... ‘’. Lo ringrazio per il sostegno che mi dà in questo momento così difficile. ‘’Laura, - continua Nico - sai che a volte non soltanto i nostri pensieri vanno a finire nel grande spazio dell'Universo... a bassa voce tu avrai mandato quel desiderio ed io, ho intercettato quel tuo pensiero e sono qui, a dirti che non è stato per un caso che ci siamo conosciuti. Io credo che sono il latore di buone notizie che dovranno finire dentro il tuo cuore’’.
DAL LIBANO – (Started on Sat Oct 11 15:23:51 2002.) Georges, 32 anni, è gasatissimo. Lavora in un’agenzia pubblicitaria. Mi racconta quanto sia bello e sicuro il Libano. Risponde che non ci sono problemi sociali e ci si diverte molto. Mi manda subito la foto. Più che un libanese mi sembra un palestrato di Los Angeles. Inizia a parlare della posizione 68 del kamasutra. Lo saluto.
Anche Maman , 36 anni, scrive dal Libano e mi confessa che ‘’è vero.. qui la vita è difficile. C’è povertà’’. Gli chiedo se si ricorda della guerra. Mi dice di sì. A 14 anni era pronto ad arruolarsi perché i suoi amici lo avevano fatto. ‘’Bastava iscriversi e ti davano un fucile in mano’’ scrive. Loro si divertivano. ‘’Fallo pure tu, hai il fucile e puoi farci quello che vuoi’’ gli dicevano. M, non è partito perché il padre glielo ha impedito. Doveva studiare. ‘’Ora lavoro in una banca. Quelli che invece sono partiti adesso non hanno lavoro’’. Parla di aree cristiane e aree musulmane. Lui è cristiano. Il paese è ancora diviso in aree, ma dice che chiunque può circolare ovunque, che c’è integrazione, ma ‘’le scuole migliori sono quelle cristiane, in quelle mussulmane si studia solo il Corano’’. Conosce coppie di religione diversa sposate. Dice che sono felici. Mi confessa che invidia ‘’your way of life’’. Perché da loro c’è ‘’la mentalità orientale’’. Vede la sua ragazza solo una volta a settimana. Mi scrive che ‘’le ragazze non vogliono fare sesso perché temono che poi nessuno le sposi’’. Rispondo che ‘’fino a quando certi uomini penseranno questo, le donne continueranno a comportarsi così. Deve cambiare prima la mentalità degli uomini, poi quella delle donne’’. Lui mi dà ragione e mi spiega la differenza nella cultura sessuale tra mussulmani e cristiani. In breve: gli uomini mussulmani non vivono l’amore come scambio reciproco di piacere, usano la donna solo per il loro di piacere e pensano che baciare sia da bambini. La spiegazione si è svolta con il massimo rispetto. Alla fine della ‘’lezione’’ molto particolareggiata mi ha chiesto come stavo e se in qualche modo mi sentivo offesa o infastidita. Mi manda la foto, ha i tratti tipicamente arabi, somiglia un po’ a Saddam Hussein.
DALLA GIORDANIA(Started on Sat Oct 12 23:28:54 2002) Mousa chatta da un Internet cafè della Giordania. Lavora saltuariamente come ‘’ arab callgraphy writing quraan & holy pible’’. ‘’Qua la vita è difficile, sono un rifugiato palestinese, vivo in a camp''. Mousa spende mezzo dollaro ad ora per connettersi ad Internet. Gli chiedo quanto è in dollari uno stipendio medio. ‘’150 dollari – risponde - ma io risparmio per navigare, tanto non bevo perché sono musulmano, prego 5 volte al giorno e i vestiti li compro usati’’. E’ divorziato da due mesi. Mi confessa con delicatezza che odia Bush. Gli rispondo che non condivido la politica di Bush. E lui è sorpreso, crede che tutto l’Occidente sia America. Gli chiedo se il suo leader è Arafat. ‘’no no NO NO NO NO’’, risponde. ‘’E allora chi?’’, chiedo. ‘’ One my GOD my leader….you can say i am fanatic ya.. i like hamas & jihad islami’’. Lo tranquillizzo, perché capisco che è preoccupato per quello che posso pensare di lui. Scrive qualcosa su Bin Laden che non capisco. Chiedo ‘’ti piace o non ti piace Bin Laden?’’. Lui scrive: ‘’quando parla (parla? Ma da quanto tempo è che bin Laden non appare in TV? Lo sentirà su dei nastri registrati?) dice che vuole aiutarci e mi piace, ma io so che lui è un uomo della Cia e allora non mi piace’’. Mi scrive anche:’’I love Mafia e red flags’’. ‘’La mafia siciliana???’’. ‘’Sì.. ti sto prendendo in giro….’’. E poi chiedo stupidamente ‘’sei un terrorista?’’. Mousa risponde:’’Bush è un terrorista, io sono un bravo uomo come tu sei una brava donna’’. Mouse mi saluta:‘’See you soon… ora devo chattare con i miei parenti… in Palestina’’.
Laura


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mercoledì, ottobre 16, 2002
 
L'UOMO PIU' POTENTE DEL MONDO


in che mani siamo....


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domenica, ottobre 13, 2002
 
CHE DITTATORE SEI?
http://www.poisonedminds.com/tests/dic/


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venerdì, ottobre 11, 2002
 
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LEGGE CIRAMI: la Camera dice ''sì''. Sfiorata la rissa
Ora torna al Senato. La Russa spacca il Polo con un attacco alla ex Dc. Giallo Fassino: astensione o voto?

Partita all'ultimo tifo tra i deputati della maggioranza e dell'opposizione nel match sulla legge Cirami.
SINFONIE - Il centrosinistra intona ''Bella Ciao'', srotola il tricolare e innalza cartelloni con la scritta '''vergogna e 'l'Italia siamo noi''. Il centrodestra risponde con l''inno di Mameli''.
RISULTATO - Il provvedimento sul legittimo sospetto alla fine è stato approvato con scrutinio segreto (307 sì, 253 no e un astenuto). Un emendamento dell'opposizione, nonostante l'ampio margine numerico della maggioranza, aveva ottenuto voto di parità. GIALLO FASSINO - è risultato astenuto il segretario Ds Fassino, che però sostiene di aver votato sì.
LA RUSSA SPACCA IL POLO - il depuatato segna una frizione con i centristi dell'Udc. La sua frase sugli ex democristiani fa schizzare in piedi Tabacci che abbandona l'aula seguito a ruota da Bobo Craxi.
ORA AL SENATO - Manca solo l'ultimo atto, il voto finale, il cui esito è scontato.

STATI UNITI: il congresso vota la risoluzione sull'Iraq

Il congresso ha approvato con un'ampia maggioranza la risoluzione che dà a George W. Bush il potere di attaccare l'Iraq unilateralmente, rovesciare Saddam Hussein ed eliminare le armi nucleari e batteriologiche di Baghdad.

LINK
THE WASHINGTON POST [>]
Parliamo della guerra all'Iraq sul BLOG[>]
Dossier guerra all'Iraq[>]
Network No war in Iraq[>]


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Sospeso lo speciale di Blob su Berlusconi. L'Ulivo: è censura

Enrico Ghezzi non riesce a darsi pace: "Qui non si tratta di satira, ma di puri documenti mostrati nella loro
interezza. L'unica sottolineatura ironica è forse il titolo". Satira o non satira, scrive Paolo Conti sul Corriere della Sera, martedì sera la terza puntata dello speciale di mezz'ora Blob presenta Berlusconi non è andata in onda alle 23.20 come da palinsesto. Si trattava della terza puntata di una "berlusconeide" in quattro capitoli monografici.



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giovedì, ottobre 10, 2002
 
DECRETO CIRAMI: OGGI ALLA CAMERA

Il maxi-emendamento della maggioranza sul disegno di legge Cirami è stato depositato al Comitato dei 18, i componenti delle commissioni Giustizia e Affari costituzionali. Il provvedimento, che modifica la versione della legge approvata dal
Senato, non accontenta l'opposizione che continua a parlare di "legge ad personam", in riferimento ai riflessi che la Cirami potrà avere sui processi in cui sono coinvolti Cesare Previti e Silvio Berlusconi. Oggi la parola passa alla Camera. Il presidente Pier Ferdinando Casini ha respinto la richiesta dell'opposizione di rinviare la discussione della legge a venerdì con l'accusa alla maggioranza di aver
presentato un emendamento complesso al punto da cambiare completamente la legge nell'ultimo giorno
utile rendendo impossibile un'analisi del testo.


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SE...
Se non avete mai provato il pericolo di una battaglia,
la solitudine dell'imprigionamento,
l'agonia della tortura, i morsi della fame,
siete più avanti di 500 milioni di abitanti di questo mondo.
Se potete andare in chiesa senza la paura di essere minacciati,
arrestati, torturati o uccisi, siete più fortunati di 3 miliardi di
persone di questo mondo.
Se avete cibo nel frigorifero, vestiti addosso, un tetto sopra la testa
e un posto per dormire siete più ricchi del 75% degli abitanti del
mondo.
Se avete soldi in banca, nel vostro portafoglio e degli spiccioli da
qualche parte in una ciotola siete fra l' 8% delle persone più
benestanti al mondo.
Se i vostri genitori sono ancora vivi e ancora sposati siete delle
persone veramente rare.
Se potete leggere questo messaggio, avete appena ricevuto una doppia
benedizione perché qualcuno ha pensato a voi e perché non siete fra i
due miliardi di persone che non sanno leggere.
Qualcuno una volta ha detto:
"Lavora come se non avessi bisogno dei soldi.
Ama come se nessuno ti abbia mai fatto soffrire.
Balla come se nessuno ti stesse guardando.
Canta come se nessuno ti stesse sentendo.
Vivi come se il Paradiso fosse sulla Terra."

Fonte: mailing list di www.kruger.it


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WORLD PRESS il mondo dal satellite [>]

La guerra contro McDonald's
Il deputato svizzero Joseph Zisyadis ha chiesto al parlamento elvetico di condannare l'accordo tra la McDonald's e l'Unicef per la raccolta di fondi a favore dell'Organizzazione delle Nazioni unite per l'infanzia. Zisyadis considera l'iniziativa "uno sfruttamento
commerciale disastroso".
LE TEMPS, Svizzera [>]


Pakistan: secondo test missilistico
Cresce la tensione tra India e Pakistan dopo che il governo di Islamabad ha confermato di aver eseguito ieri un secondo test missilistico a soli due giorni dalle elezioni politiche.
DAWN, Pakistan[>]


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mercoledì, ottobre 09, 2002
 
OTTOTTOBRE1967

Io me ne ricordo sempre, che 35 anni fa il CHE è morto.
Me ne ricordo perchè El CHE VIVE, e non è lo slogan di una pubblicità di magliette, ma il rosso delle bandiere e della mia stessa vita, che alla fine nemmeno davanti all'azzurro del mare, potrebbe avere altro colore.
Poi a me, frega nulla dello sguardo incolore della gente che scruta la mia maglia convinta di sapere chi io sia solo per quella stellina in trasparenza che ciondola in mezzo alle mie misere tette libere.
Non è cosa sacra, nemmeno religione, il CHE. E' solo stile di vita. Solo.
Scriverne come sto facendo mi lascia tenerezza, persino un mezzo sorriso, perhè immagino qualcuno potrebbe dire dell'esaltazione, la mia, per un mito.
Io non avrei da dirgli... " Ma no! E' altro..."
Un po' come fosse una poesia, come si può spiegare una poesia?
O ti tocca oppure no, e se fosse un'accozzaglia di parole per te, potrebbe esere commozione e tormento per me, o altro. Tutto ciò che senti di capire, percepire, a tuo modo solo tu.
El CHE VIVE. Non di suo in una maglietta, o in una bandiera che spinta dal vento retta da una mano che non sai di chi sia, ti accarezza il viso e ti sfiora i capelli mentre urli, oppure canti, o sorridi in mezzo alla folla che ti somiglia, e che ti lascia meno solitudine....
El CHE VIVE! Perchè c'è chi vive avendo fatto suo il pensiero del CHE.
O sì, a volte mi chiedo perchè non ci abbia insegnato ad amare Fiorello anzichè la lotta per la giustizia sociale, a volte mi chiedo perchè Lui non fosse un cantante ma uomo giusto e rivoluzionario....
Tutto sarebbe stato più facile se avessi dovuto passare questi miei tempi a scambiarne figurine e a ricordarne le canzoni oppure i film....
Invece a volte ne ascolto la voce, gracchiante dell'approssimativa tecnologia del tempo e credo veramente. che quello che ci ha lasciato il CHE non sia altro che l'universalità della semplicità del pensiero, dove la cosa giusta a volte può apparire anche banale. Ma è giusta! E tanto basta.
El CHE VIVE. Al di là della maglietta, al di là della bandiera.
Io lucido con due dita la moneta di Cuba che ne porta l'effige e la metto in tasca. Non reliquia nè feticcio. Memoria che mi aiuti a non perdermi e a prodeguire.
Hasta La Victoria Siempre
RitaGuevina.
Rita Pani
UPDATE 04.08.02
** POESIE **
R-esistenza
Dossier: il racconto di Pino Scaccia, testimone del ritrovamento dei resti del Comandante


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sabato, ottobre 05, 2002
 
Lettera da Gino Strada
Cari amici,"Fuori l'Italia dalla guerra", firmato ormai da oltre duecentomila
persone, non è più soltanto un appello, ma diventa una iniziativa per
sensibilizzare i cittadini, le famiglie italiane.
Siamo convinti - e ne abbiamo ogni giorno nuove conferme - che la grande
maggioranza dei nostri concittadini sia contraria alla guerra, in particolare
alla nuova guerra contro l’Iraq che è ormai all’orizzonte.
Per rendere visibile questa "opinione pubblica" che crediamo
trascurata e oscurata da molti giornali e televisioni, chiediamo un gesto, una
testimonianza: appendere stracci bianchi, bandiere di pace, alle finestre e ai
balconi delle nostre case e dei luoghi di lavoro ma anche annodare un piccolo
straccetto bianco al polso, alla borsetta, allo zaino, alla bicicletta, al
guinzaglio del cane: ovunque sia visibile.
Uno straccio di pace è un modo semplice per far sapere che vogliamo trovare
nuove forme di stare insieme, nuovi modi per risolvere i problemi che non siano
la violenza, il terrorismo, la guerra.
Dobbiamo vincere una sorta di pudore, di timidezza, e dobbiamo credere che sia
possibile: se i duecentomila che hanno firmato l’appello di Emergency - e ogni
giorno diecimila persone si aggiungono all’elenco - esponessero uno straccio di
pace - la cosa non potrebbe più essere ignorata o censurata.
Duecentomila stracci di pace potrebbero addirittura rappresentare una massa
critica capace di innescare una reazione a catena.
E’una scommessa difficile, ma non dobbiamo perderla. O riusciamo a tenere
"Fuori l'Italia dalla guerra" o non sarà possibile neppure tenere la
guerra fuori dall'Italia.
E' un impegno che vi chiediamo, è la prima di tante iniziative che, insieme con
altre organizzazioni, vi proporremo per i prossimi mesi.
Tenere l’Italia fuori dalla guerra è davvero nelle nostre mani.
Buon lavoro a tutti noi
Gino Strada


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[Bukowski in pillole]