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Il primo blog di Laura Bogliolo. Le origini di GiornalariSiNasce...






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lunedì, ottobre 21, 2002
 

4120 BATTUTE... FUORI DAL CORO

Esco col cane e gli sussurro ‘’fai ‘sta cacca, ennamo’’. Inizia a fare freddo. In strada non c’è nessuno e dall’angolo della via potrebbe sbucare un vampiro o peggio ancora il mio vicino. Sai che colpo, per tutti e due. Mi scoprirebbe in versione nightmare, con la felpa blue gigantesca con la scritta New York indossata maldestramente anche il 12 settembre 2001 a lavoro mentre scrivevamo dei morti delle Torri e i pantaloni della tuta per le lezioni di spinning mai iniziate. Le scarpe sono quelle comprate l’altro sabato. Una soddisfazione. Fino a quando le mostro a una mia amica che commenta ‘’a La’… sono come tutte le altre’’. E no. Stavolta ho osato: ho abbandonato il nero per il marrone. E poi sono morbide, calde e cicciottelle. Sono simpatiche. Sarà strano, lo so, ma con le scarpe ho sempre instaurato un rapporto umano. Ci sono quelli che danno i nomi alle macchine, alle barche o al loro sesso. Io mi affeziono alle scarpe. Fino a qualche anno fa rigorosamente da ginnastica.
Ricordo le reebok nere. Diciassette anni. Quando ti capita di innamorarti alla follia, inizi a chiederti '’perché’’, e non trovi nè risposte, nè sollievo. Quanto le ho amate quelle scarpe. Ce l’ho ancora. Bucate, aperte in punta, soprattutto la destra. E devo stare attenta e difenderle dai raid improvvisi di mio padre che decide anche quello che deve e quello che non può stare in casa. Mi chiedo cosa gliene possa fregare se in fondo a un piano della scarpiera nascondo le mie reebok.
Le ho portate con me anche all’esame di maturità. Sto per entrare per l’orale e quella toscana un po’ fagotta dell’insegnante di italiano mi incoraggia con un ‘’belle scarpe.. ma non ti sei accorta che è estate? Anche oggi te le dovevi mettere?’’. ‘Sta vecchia. Facevano parte della mia divisa, quella che mi riparava dalle idioti come te, capaci di dirmi solo ‘’6- per il tema, questo non è un articolo, e comunque i giornalisti non sanno scrivere’’. Brava lei. A interrogarmi su Dante che avevo leggiucchiato la sera prima davanti alla Tv con l’angoscia che la vecchia domani mi poteva chiamare. Quell’Alighieri mai capito. Troppe parole, tutte ‘’storte’’ per pochiconcetti telecomandati dalle traduzioni dei cosiddetti Grandi della critica. Bravi. Avete già scoperto tutto voi. E allora io che la leggo a fare la Divina Commedia? Neanche posso interpretarla. Devo leggerla e dire che Dante in quel momento ha scritto A perché pensava a B. Neanche le equazioni amavo. E’ come La gabbianella e il gatto, La vita è bella, Harry Potter e l’ultimo Pinocchio, … un’inflazione da protagonismo, tutti ne parlano, lodi e lodi… E allora decido che non li vedo. Perché non potranno mai essere miei. Mai fatto un tema di letteratura. L’ultimo anno di liceo sceglievo sempre e solo temi di attualità. E quanto rosicava la fagottona toscana, parente forse dell’Alighieri. ‘’Non puoi.. non puoi… devi portare italiano come orale, così sarà più facile fare il tema all’esame. Come fai con l’attualità? Che ne sai che argomento esce?’’. Certo, meglio studiare 15 chili di libri sulla
critica letteraria che comprarsi il giornale ogni giorno. E che poteva uscire come tema d’attualità alla maturità dell’estate del 1991 con la defragmentazione in corso dei due blocchi che per 40 ci avevano schiacciato?
Il vicino non l’incontro. Per ora neanche il vampiro si fa vivo. La mia puzzetta gigante (‘’un cane di nome MINA’’ è il titolo) annusa, si ferma, prende la mira, la sta per fare, ma poi si rialza. Un rito che si ripete dieci volte. La sigaretta è finita, il freddo no e il vampiro può sempre aggredirmi alle spalle. ‘’Nnamo puzzetta.. fai sta’ cacca’’. Si decide e la fa. ‘’Andiamo a
casa, ora l’hai fatta’’. Appena mollata l’ultima zolla riceve uno strattone. Sono stata io e me pento subito. Mi sento in colpa e penso. Ma quante volte ho rinunciato a farla perché il bagno pubblico era sporco? In autostrada un cesso senza carta igienica, un altro con la piscia sulla tavoletta o il pavimento bagnato. E non ti chiedi da cosa. Vuoi solo trattenere il respiro e uscire.
Puzzetta oggi è uscita dieci volte da dieci bagni pubblici. Potete biasimarla?

Dedicato ai sacrissimi e puzzolentissimi giornali che non mi vogliono e che mettono limiti di battute. Dedicato anche alla prof.ssa Riccardelli... Ehi.. fagottona toscana sorellastra dell'Alighieri.. vatti a leggere pagina 15 de Il Messaggero, edizione 20 luglio 2002
Laura


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