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Il primo blog di Laura Bogliolo. Le origini di GiornalariSiNasce...






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domenica, novembre 27, 2011
 
Scattone nel liceo di Marta Russo
L'ira della madre: è una profanazione

di LAURA BOGLIOLO

Passeggiava per i corridoi del liceo Cavour pensando di avere tutta la vita davanti. La lezione di latino, e poi di corsa in palestra per tirare di scherma, lo sport che le aveva insegnato papà. In quel palazzo storico a due passi dal Colosseo Marta Russo ha trascorso tre anni della sua vita, in tanti oggi ancora la ricordano e fanno una smorfia di dolore quando incrociano lo sguardo di quel prof «molto timido, sempre in disparte, che non ama parlare».Nelle stesse aule dove la studentessa imparava a sognare, da settembre, come anticipato dal Fatto Quotidiano, insegna storia e filosofia Giovanni Scattone, l’ex assistente universitario condannato con sentenza definitiva (omicidio colposo) per la morte di Marta, uccisa da un proiettile sparato lungo i viali della Sapienza 14 anni fa. Scattone, che si è sempre proclamato innocente, viene descritto dagli studenti della V E come «un ottimo professore, preparato, pronto anche a dare consigli sul futuro, conosciamo il suo passato ma non siamo preoccupati ». Nell’ultima lezione Scattone ha spiegato Carl Marx, ieri pomeriggio era di nuovo a scuola per il consiglio di classe. Ma alcuni studenti delle altre sezioni non la pensano come quelli della V E. Capelli lunghi neri, occhi chiari, 17 anni, sorride appena uscita da scuola, ma se gli chiedi cosa pensa di quel prof, il volto diventa scuro: «Ho un po’ paura, appena saputo che insegnava da noi ho cercato la sua foto su Google, volevo conoscere il suo volto». Il professore ha un contratto per una supplenza di un anno al liceo scientifico di via delle Carine, lo stesso dove si diplomò Marta. Si appella alla legge, la preside dell’istituto, Tecla Sannino: «Sono tenuta a rispettare la sentenza della Cassazione e le normative vigenti che prevedono nomine di docenti supplenti secondo le graduatorie ». L’Alta Corte stabilì che Scattone poteva insegnare. «Dovrebbe vergognarsi - afferma con forza Aureliana Russo, la mamma di Marta - non può essere un educatore dei giovani, questa storia è un ulteriore violenza e ci provoca un dolore immenso perché quell’uomo sta profanando la scuola di nostra figlia. Tanti genitori degli studenti - ha aggiunto - mi hanno chiamata, erano sconvolti». Molti professori del liceo preferiscono trincerarsi dietro un «non ho niente da dire». Altri si limitano a descrivere la situazione come «imbarazzante». Per Franco Lombardi, insegnante di scienze, «va rivista la legge, non è colpa sua, ma Scattone non dovrebbe insegnare qui».Francesco Sberna, docente di storia dell’arte, è stato uno dei professori di Marta, quando la studentessa sognava di diventare magistrato: «Scattone mi fa un po’ tenerezza, sembra inverosimile che oggi insegni proprio dove Marta ha studiato. Un po’ di disagio c’è - ammette Sberna - una ragazza è rimasta scioccata appena ha saputo, abbiamo dovuto calmarla». C’è poi chi racconta di quella bidella che si è rifiutata di consegnare a Scattone la circolare che qualche tempo fa annunciava una borsa di studio in memoria di Marta promossa dalla onlus creata dalla famiglia a favore della donazione degli organi. «Aiutiamo i giovani - aggiunge Aureliana - martedì all’ospedale San Camillo consegneremo una borsa di studio proprio sul tema della donazione di organi». In tanti conoscono Scattone solo per nome. «È un fantasma, sta sempre in disparte, da solo - dice un’insegnante di arte - credo non voglia polemiche». Le stesse di sette anni fa, quando iniziò a insegnare in un liceo dell’Eur e molti genitori si lamentarono. Polemiche anche sul web ieri con il gruppo creato su Facebook che si oppone all’insegnamento di Scattone. Alle 13 suona la campanella. «Scattone professore nella nostra scuola? All’inizio i nostri genitori erano preoccupati, poi le polemiche si sono calmate» dicono due studentesse. Un’ora dopo la scuola è vuota. Nelle bacheche del piano terra c’è l’elenco delle lezioni e il nome di Scattone allineato insieme a quelli di altri insegnanti. A qualche metro di distanza, sul muro del bar della scuola, ci sono invece i volti dei compagni di classe di Marta. Mauro, il barista, ha creato un murale con le immagini di tutti gli ex studenti: «In quella foto di classe Marta non c’era, ma resterà sempre nei nostri cuori - dice il barista - mi sembra assurdo che Scattone insegni qui, non è colpa sua, lo so, è solo un brutto scherzo del destino, ma ogni volta che lo incontro mi sento un peso sul cuore».

Scattone: Io sono innocente, chi ha paura di me non mi conosce

di LAURA BOGLIOLO
ROMA - «Non ho alcuna intenzione di lasciare il liceo Cavour, è una scuola come tante altre, ho la coscienza pulita, perché sono innocente e con l’omicidio di Marta Russo io non c’entro». Giovanni Scattone, 43 anni, sposato con una professoressa di arte disoccupata, da settembre insegna storia e filosofia nella stessa scuola dove Marta si diplomò. Ha creato anche un blog dove pubblica le lezioni per aiutare gli studenti. Sulla pagina web campeggia una foto dell’artista Edgard Mueller e la scritta «non sempre apparenza e realtà coincidono». Giovanni Scattone, cosa prova ad insegnare nel liceo che frequentò Marta Russo? «È una scuola come tante altre, io sono innocente, l’ho sempre detto, sono stato anche in carcere per qualcosa che non ho commesso e sono comunque sereno».Quando le hanno offerto la supplenza, sapeva che in quella scuola aveva studiato Marta? «No, l’ho scoperto solo dopo, per caso, facendo una ricerca su internet, ma anche se lo avessi saputo prima avrei accettato comunque. Il fatto che Marta Russo abbia studiato al liceo Cavour non mi crea alcun problema perché, lo ripeto, sono innocente. Sono un precario, ho bisogno di lavorare, tra l’altro non si tratta di una cattedra, sono solo otto ore a settimana, una supplenza di un anno iniziata a settembre». Alcuni professori parlano di una «situazione imbarazzante», la famiglia di Marta Russo è scandalizzata.«Non vedo perché» Perché comunque è stato condannato con sentenza definitiva per omicidio colposo. «Ma io, ripeto, sono innocente. Con i professori, tra l’altro, ho un ottimo rapporto, mi dispiace per i genitori di Marta Russo, sono sempre stati colpevolisti e questo per me è una grande dolore». Gli studenti del suo corso la definiscono un ottimo insegnate. Altri invece hanno ammesso di avere un po’ paura di lei. Una ragazza addirittura ha cercato la sua foto sul web appena saputo che l’avrebbe incrociata per i corridoi. «Qualcuno ha paura di me? Evidentemente non mi conoscono, non sanno chi sono veramente». Gli studenti le hanno mai chiesto di raccontare il suo passato? «Qualche volta, non mi crea problemi parlarne, chiunque volesse può venire da me e farmi ogni domanda» Resterà quindi al liceo Cavour?«Certo, non vedo perché dovrei andarmene. Ho ricevuto anche offerte per supplenze in altre scuole e se dovessi accettare, la mia decisione non c’entrerebbe nulla con la storia di Marta Russo».
PUBBLICATO SUL MESSAGGERO DI OGGI
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