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mercoledì, agosto 20, 2003
 
Come ti cancello la storia
Le enormi figure, misteriosamente disegnate nel deserto tanto tempo fa, sfregiate dalle gomme degli automezzi
(pubblicato su Il Messaggero)

ROMA - Hanno resistito per quasi 2000 anni, mantenendo intatti mistero e fascino, custodite solo dalla forza della natura. Molti hanno provato a stabilirne l’origine, nessuno è mai riuscito a svelarne il segreto. Ed ora il Colibrì, il Condor e il Serpente più grandi del mondo rischiano di morire, cancellati dalle tracce della cultura del Terzo Millennio, quella a quattro ruote. Le “Linee di Nazca”, le enormi figure precolombiane disseminate nella Pampa di Jumana, regione desertica del Perù, raffiguranti animali visibili solo dall’alto, subiscono assalti da parte di trattori e camion che, senza controllo da parte delle autorità locali, lasciano la strada asfaltata per traversare il deserto, la via più breve per i camionisti che trasportano oro e rame delle miniere vicine, ma anche la più dolorosa per la storia dell’uomo.
Perché quei 450 chilometri quadrati della Pampa, rappresentano un bene dell’umanità: la zona è stata dichiarata dall’Unesco “patrimonio culturale dell’umanità” nel 1964, a testimoniare l’unicità di quelle 70 enormi figure, disegnate da solchi profondi 30 centimetri, in un terreno così arido che un’impronta rimane a testimoniare il passaggio di uomini e animali per decenni. Immaginate un campo di calcio. Moltiplicatelo per tre. Otterrete la grandezza della Scimmia, o della Balena tracciate a Nazca. Le linee raffiguranti gli uccelli raggiungono i 275 metri di lunghezza. Gli studiosi le chiamano “geoglifici”, lasciandoci immaginare che sia stata semplicemente la Terra (“geo” in greco antico) a voler giocare con se stessa per regalare all’umanità un po’ di mistero.
Numerosi studiosi hanno cercato di svelare il segreto delle tracce scoperte nel 1926, ma rimangono solo ipotesi. Come quella della matematica tedesca Maria Reiche, che le considerava un calendario astrale. Per altri, invece, sono frutto di riti religiosi. Altri ancora scomodano gli extra-terrestri, convocati in gran fretta, ogni qual volta la scienza sembra fallire. L’ipotesi sull’origine aliena ricorda infatti altri misteri della Terra: le sculture di pietra dell’isola di Pasqua, i Crops Circles e il megalito di Stonehenge. Ma si sa, non tutto riesce perfetto, neanche ad E.T. Così, mentre i massi nella piana ondulata di Salisbury diventano luogo sacro di riti contemporanei per il solstizio d’estate, le linee peruviane vengono ignorate dall’intelligenza umana, pronta a strappare via millenni di storia per guadagnare minuti di tragitto.
L’Sos per salvaguardare Nazca, infatti era stato già lanciato un anno fa, quando l’Istituto Nazionale di Cultura del Perù denunciò i continui agguati da parte di “tombaroli” pronti a profanare i sepolcri Nazca. La minaccia continua. Ed è stato quasi un presagio la morte, 3 giorni fa, dell’astronomo Gerald Hawkins, che dedicò la propria vita allo studio delle linee. Ma forse non dobbiamo stupirci. Nella battaglia tra uomo e storia c’è già un vincitore. Due anni fa lo straordinario “orologio solare” della cittadella inca di Machu Picchu è stato quasi distrutto da una gru durante le riprese per uno spot di una birra.



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