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venerdì, luglio 25, 2003
 
EMOZIONI INVISIBILI

A ROMA IL PRIMO FLASH MOB EUROPEO. 300 DORMIENTI DEL WEB SI SVEGLIANO AL SUONO DI UNA MAIL. RICHIESTI TITOLI DI LIBRI INSEISTENTI E APPLAUSI PER 15 SECONDI DENTRO MESSAGGERIE MUSICALI DI VIA DEL CORSO, TRA LO STUPORE DEI COMMESSI E DEI PASSANTI



Una folla in movimento. Trecento persone al primo piano di Messaggerie Musicali di via del Corso, a Roma. E un’unica richiesta al banco informazioni della libreria: titoli inesistenti per commessi atterriti. ‘’Il galateo secondo Alvaro Vitali’’ e ‘’Pinocchio2, la vendetta’’. Ore 19.15, inizia il primo Flash Mob europeo, ossia mobilitazioni (Mob) di breve durata (Flash) le cui coordinate vengono comunicate via e-mail in segreto. Si tratta di una vera missione. Ce ne accorgiamo quando a via del Corso, qualche minuto prima dell’evento, origliamo da due giovani che camminano a passo svelto con cellulare in mano:’’Alice, messaggio ricevuto, passo..’’. Sono loro, gli organizzatori. Non puo’ essere altrimenti. Li seguo, li scruto e poi li avvicino. ‘’M come mob?’’. Mi accoglie il sorriso di Marco, nome in codice J.Jack Flash, organizzatori, insieme ad altri amici, della prima mobilitazione europea, perché l’idea nasce negli Usa, quando, il 17 giugno Manhattan ha battezzato il primo Flash Mob al mondo: 200 persone hanno fatto in un negozio la stessa richiesta, ‘’il tappeto dell’amore’’. Marco mi sorride e mi fa:’’ma almeno aspetta che ci mettiamo il cappello!’’. Perché le istruzioni diffuse sul Web parlano chiaro: recatevi alle 19.00 a via del Corso. Contattate persone con un cappello con la scritta ‘’M’’ e sfoderate la parola d’ordine:’’M come Mob?’’. Ci viene consegnato un foglietto con le istruzioni. Perché l’azione è segreta fino all’ultimo secondo. Ore 19.15 a Messaggerie Musicali per richiedere titoli inesistenti. Dopo sette minuti tutti sulla balustra affacciati al primo piano per applaudire per 15 secondi. Missione compiuta, sincronismo avvenuto, anche perché le istruzioni via mail chiedevano di sincronizzare gli orologi su www.portale.it/orario.htm. Passano due minuti e tutto finisce. L’ordine è di disperdersi non un minuto dopo. Mentre i commessi, atterriti, hanno stampato un bel punto interrogativo sulla faccia. E se gli chiedi, ingenuamente, cosa sia accaduto, ti senti rispondere:’’non c’ho capito niente, a regà, ma avete preso tutti la stessa droga?’’. Nessuna droga, solo voglia di divertirsi, uscire dalla quotidianità, condividere un’azione scherzosa con gente mai vista prima, ma con un unico legame: il Web, le chat, i forum e i blog, i canali di comunicazione di questo incontro no-sense. Ce lo conferma Marco, il traghettatore italiano delle folle, 31 anni, di Napoli, da 6 anni a Roma per lavoro. Se gli chiedi il perché del raduno prima ti dice ‘’perché sono inconsciente’’ e poi ti svela il vero motivo:’’Quando sei costretto a passare il week-end da solo ti vengo strane idee in mente, come questa’’. Se, invece, provi a chiedere se il prossimo Flash Mob, la cui data non è stata ancora fissata, sarà una sorta di protesta pacifica, un’azione per dare un messaggio, c’è un’unica risposta:’’No’’. Per J.Jack Flash è una questione di diritti d’autore:’’C’è già chi le fa, quindi perché mettersi a copiare?’’. Mentre per Churra, 27 anni romana, il motivo è un altro:’’ Mai parteciper? a flash mob con scopo politico e commerciale. Non voglio far guadagnare qualcuno alle mie spalle, lo faccio tutti i giorni…’’. C’è già chi cerca di monetizzare: gli organizzatori del sito www.guerrigliamarketing.it , un gruppo di sociologi e studiosi di marketing pronti ad usare nuove ed originali forme di comunicazione per promuovere prodotti. Per ora il Flash Mob resta libero da logiche economiche.
La pensa allo stesso modo Sandman, Alessio. ‘’Ho partecipato solo per conoscere nuova gente. Questo Flash Mob –racconta – è stata solo l’occasione per entrare in contatto con persone che non avr? il tempo di conoscere bene, ma che negli sguardi e nei modi di fare è un folle quanto me’’. Ci si sente meno soli quindi.
Il fenomeno è troppo nuovo per essere già inquadrato in una definizione certa.
L’unico fatto constatabile è che questi raduni, improvvisi e organizzati nei minimi dettagli, mostrano la forza dell’attivismo sul Web. E in America qualcuno pensa già ai Flash Mob come alla ‘’prossima rivoluzione sociale’’. Parola di Howard Rheingold, scrittore e studioso della comunità virtuale, autore di ‘’Smart Mobs’’. Secondo R, questi raduni ‘’sono l’incontro della comunicazione e dell’informatica e il risultato è una valorizzazione del talento umano verso la cooperazione per reali azioni sociali’’.
Per ora negli occhi di Elisiano, Claudio mitico27, Isabella 26, Pino, 41 anni, calligrafo al Governo, Paco e tanti altri nickname forniti di corpi, si registra solo la voglia di essere membri non tesserati di qualcosa, in una comunità dove vale solo uno psuedonimo, la forza delle parole, l’emozione di condividere sentimenti e perché no, l’insanabile voglia di farsi compagnia.



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