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Il primo blog di Laura Bogliolo. Le origini di GiornalariSiNasce...






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martedì, marzo 04, 2003
 




CHI VUOL ESSER RE?
Nel gioco del buskashi il segreto dell'Afghanistan. La lotta per la successione nell'era dopo-Talibani. Le leggi di Kabul e la testimonianza di Medici Senza Frontiere

Chi vuol esser Re?
Giocano al buskashi, la lotta a cavallo per conquistare il corpo di una capra abbandonato in terra. Non ci sono squadre, maglie ed arbitri. C'è solo la competizione del singolo contro il singolo. E un unico obiettivo: primeggiare. Vince colui il quale dopo essersi impossessato della carcassa dell'animale si distanzia dal gruppo e alza in aria l'oggetto del contendere. ''Il gioco nazionale dell'
Afghanistanrappresenta l'anima più profonda del paese, ossia l'ambizione politica individuale''.
Così Whitney Azoy, antropologo, ex-diplomatico americano in Afganistan e ricercatore dell'International Rescue Committee, spiega quale è secondo lui il vero male del popolo delle mille fazioni. ''L'Afghanistan è maledetta dall'ambizione politica personale, tutti vogliono essere Re. L'ultimo re era umile e modesto, non voleva essere il dominatore e per questo oggi è ancora rispettato''. ''Il prestigio e il nome personale - continua Azoy - sono la chiave della politica afghana''. L'obiettivo è la creazione di un governo che rappresenti tutte le fazioni del paese. E il compito non è facile. Il corpo politico dovrà essere composto da forze antitalebane, ma rappresentare anche
tutte le componenti tribali dell'Afghanistan. Dovrà essere nazionale, ma accontentare la volontà dei paesi vicini. Dovrà comprendere anche i talebani moderati, espressione dell'etnia pashtun. Tale richiesta è stata avanzata dal Pakistan che è rimasto l'unico paese a riconoscere ufficialmente il regime dei Talebani. Ma non tutti sono d'accordo.
L'India appoggia l'Alleanza in funzione anti-pakistana, l'Iran ne protegge le fazioni sciite, mentre per la Russia i Talebani rappresentano il motore dell'espansione dell'integralismo islamico in Cecenia. Neppure la Cina, pur essendo pro-pakistana, vede di buon occhio l'inclusione nel futuro governo di elementi talebani perché teme che continuino a sostenere la rivolta degli islamici Uighuri nello Xinjiang.
Il Presidente afghano Hamid Karzai ha detto che la guerra contro il terrorismo, in Afghanistan "è praticamente finita", ma il suo Paese non è certo per questo divenuto un posto sicuro. Il primo marzo un avamposto alleato, la base operativa "Salerno", a Khost, nella regione sud-orientale dell'Afghanistan, al confine con il Pakistan è stato attaccato da guerriglieri. I militari alleati hanno risposto al fuoco. Nella sparatoria non vi sono state vittime.
''Gli Usa hanno cominciato la loro buskashi - conclude Azoy - ed ora tutto il mondo li guarda''. In mezzo al campo polveroso calpestato dagli zoccoli dei cavalli madidi di sudore c'è la carcassa dell'Afghanistan.
La presa di Kabul e l'instaurazione di un nuovo governo non hanno concluso l'ultima partita a buskashi. Si passerà solo all'intervallo tra un primo e un secondo tempo, in attesa della proclamazione di un nuovo Re.

TUTTI GLI UOMINI DEL NORD
Qualcuno la chiama Alleanza del Nord. E' stata sufficiente a contrastare i Talebani. Ma non avanza, se non militarmente. La coalizione fa acqua da tutte le parti e non è stata in grado di assicurare pace e unità dopo la sconfitta dei Talebani. L'Alleanza del Nord rappresenta, infatti, un insieme di fazioni ostili. Divise dal credo religioso degli sciiti, degli sciiti filo-iraniani e dei sunniti. E dalle diverse etnie: tagiki, uzbeche ed afghane. Ad ogni fazione corrisponde una fede, un'etnia e soprattutto un'aspirante re.
Burhanuddin Rabbani: leader supremo ed ex-presidente dell'Afghanistan dal 1992 fino all'avvento dei Taliban nel 1996. Guida la fazione più numerosa: la Jamiat-i-Islami.
Abdul Rashid Dostam: generale uzbeko, nemico di Rabbani contro il quale organizzò un golpe nel 1994. E' il leader della fazione del Jumbish-i-Milli sostenuta dalla Turchia.
Gulbuddin Hekmatya: guida la fazione sunnita Hezb-i-Islami dall'esilio in Iran.
Ismail Khan:
governatore della città di Herat, sciita filo-iraniano, ha conquistato prestigio nella guerra contro i sovietici. Si è unito alla Jamiat-i-Islami di Rabbani.
Karim Khalili:
generale della fazione sciita pro-iraniana dello Hezb-i-Wahadat. Dopo la conquista dei Talebani lo Hezb si è suddiviso in due fazioni. Quella capitanata da Karim Khalili fedele a Rabbani e quella contraria all'ex-presidente.
Il sud del paese si riconosce nel leader pashtun Hamid Karzai, attuale presidente afghano.

IL PAESE SENZA AQUILONI
Non c'è musica, rasoio per gli uomini e sorrisi per le donne. Non si gioca con gli uccelli in gabbia e non si suonano strumenti a percussione. C'è la prevenzione: all'allevamento dei piccioni, agli aquiloni e all'usanza di lavare i panni lungo la riva dei fiumi. E' severamente proibito fotografare o filmare qualsiasi essere vivente, umano e non. Assaggi di legge Talebana.
Decreti (fatwa) dei Talebani (tradotte dal dari dal giornalista pakistano Ahmed Rashid)
Fonte: www.stringer.it/

Prevenzione degli aquiloni:
tutti i negozi che vendono aquiloni devono essere chiusi
Prevenzione dell'allevamento dei piccioni e dell'usanza di giocare con gli uccelli in gabbia: entro dieci giorni dall'emanazione del decreto, questa usanza deve essere interrotta. Dopo dieci giorni sarà effettuato un controllo, e tutti i piccioni o gli altri uccelli in gabbia
verranno uccisi.
Prevenzione della pratica di suonare strumenti a percussione: i
n caso di violazione, le autorità religiose decideranno di volta in volta.
Prevenzione del taglio e della rasatura della barba: s
e dopo un mese e mezzo dall'emanazione di questo decreto qualcuno verrà trovato con la barba rasata o tagliata, sarà imprigionato per il tempo necessario a una conveniente ricrescita della barba stessa.
Prevenzione del taglio di capelli americano o inglese:
chiunque verrà trovato con i capelli lunghi, dovrà essere arrestato e condotto negli uffici della polizia religiosa dove gli saranno rasati i capelli. Il criminale sarà condannato a pagare il barbiere.
Prevenzione della musica: la musica è proibita nei negozi, negli alberghi, nelle macchine e nei rickshaw. Se qualche nastro venisse trovato in un negozio, il proprietario verrà imprigionato e il negozio chiuso. Se cinque persone faranno da garanti, il negozio potrà essere riaperto e in seguito sarà rilasciato il proprietario. Se una musicassetta venisse trovata in una macchina, saranno imprigionati sia il conducente che il veicolo. Con la garanzia di cinque persone potrà essere rilasciata la macchina, e solo in seguito il proprietario.

E DOPO I TALEBANI?
LA TV CON IL BURKA

Le autorità della città di Herat (nordovest dell'Afghanistan) hanno vietato, mediante decreto religioso, la diffusione nei luoghi pubblici delle reti televisive satellitari e dei film stranieri per impedire la diffusione di «film anti-islamici», precisano le autorità. Il 22 gennaio scorso la Corte suprema afgana ha votato l’interdizione di tutte le televisioni straniere in Afghanistan.
L'ALTRO AFGHANISTAN
Intervista ad Anna Poloni, infermiera volontaria di Medici Senza Frontiere
Nel paese del buskashi non ci sono solo i Talebani, la repressione e la miseria. C'è un altro Afghanistan, quello fatto di un popolo ospitale, gentile e amante della pace. Ce lo racconta Anna Poloni, infermiera volontaria di Medici Senza Frontiere che ha lavorato nel paese per una anno e mezzo ed ha conosciuto i volti di bambini uccisi dal morbillo e quelli di mamme vittime della gravidanza. Ha operato nelle città di Mazar-I-Sharif, Taloqan e Fayzabad, partecipando a due missioni di MSF nel 1996 e nel 2000.
Quale è la situazione sanitaria in Afghanistan?
Manca tutto. Non ci sono ospedali tranne quelli militari. Si muore per tetano, diarrea e morbillo. Le donne non hanno accesso alle strutture sanitarie. Il paese ha un triste primato: il più alto tasso di mortalità per le donne che partoriscono.
E la situazione sociale? L'Afghanistan è privo di qualunque tessuto sociale ed economico. Ci sono solo 5 grandi città per un territorio di 652.225 kmq. Per il resto ci sono solo villaggi rimasti al Medioevo. Non c'è acqua, luce, le condizioni sanitarie sono pessime. Ho visto gente mangiare una volta ogni tre giorni, ho visto bambini nutrirsi con erba.
Come è stato l'impatto con la gente? Ottimo. Gli afghani sono persone ospitali, accolgono persone di qualunque razza e strato sociale. Quello che più ricordo è la dolcezza e la loro gentilezza. Gli afghani non sono solo integralismo e guerra. Posso raccontare di quando passeggiando per il villaggio di Taloqan la gente mi invitava a prendere un tè e a spartire il poco pane presente in quelle tende chiamate casa.
DIARIO DA KABUL >>
LINK AFGHANISTAN >>



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