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ilmondoinvisibile

Il primo blog di Laura Bogliolo. Le origini di GiornalariSiNasce...






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venerdì, gennaio 24, 2003
 




Scanner, il mondo inVisibile, il mio


A MODO MIO


Il bar angolo Via Costantino, Bob il professore americano simile a Robin Williams e quello scantinato chiamato scuola del corso di Marketing nel settore degli audiovisivi. Tutto gratis, pagava la Regione. Nessun tipo pariolo a ricordarti che se nasci a certe langitudini ci cresci e ci invecchi. Tutti con la voglia di imparare qualcosa di nuovo. Qualcuno dormicchiva sul banco verde formica perché lavorava in un'impresa di pulizie. Un'altra perche' studiava per il conocorso al Senato. Scema direte voi..no! Era solo un po' ingenua. Io andavo carica di fotocopie perché fare la struttura delle tesi e trovare i materiali fa guadagnare parecchio.

I docenti del corso, devo ammetterlo, erano un po' scadenti. Ma se avevi voglia di imparare qualcosa usciva fuori. Io avevo puntato una tipa-docente che gestiva una Web Agency. Fu l'amore per il Web. Spassionato e senza condizioni.La scintilla fu quella prima pagina fatta con Dreamweaver, qualche tabella, titolo, testo e due link. Tasto F12..e luce fu: avevo creato una pagina di giornale. Era come avere le chiavi della mia redazione.

Eravamo un gruppo affiatato. Si era creata quella strana magia tra individui che condividono una condizione: il limbo, la sospensione dopo la laurea, il ''e mo' che m'envento pe' trova' lavoro?''. Quella condizione in cui le scelte sono decisive. Come quando sparai ad un colloquio procurato da mio padre (settore assicurazioni auto) ''io amo Internet, sarebbe bene vi creaste un sito Web'' e poi ''quale sarà il mio potere decisionale?''. La scampai: definita troppo ambiziosa e qualificata per il ruolo da impiegata.
Mangiavamo al baretto angolo via Costantino. Il proprietario, detto IVANO (nick verdoniano) si informava sulle lezioni, sui test... era simile al bidello del liceo, fidato custode dei segreti degli studenti.Ed io ogni mattina prendevo l'autobus, e mi sentivo libera. Perche' nulla era stato definito. Ero libera di crearmi a modo mio, perche' non avevo niente da perdere.

Quaranta minuti di autobus. Dieci sul primo. Trenta sul secondo. Le facce erano quasi sempre le stesse. E anche la musica sparata nelle cuffiette del mio walkman: A MODO MIO dei Negrita. Ecco il testo di quella magica canzone. L'avevo quasi dimenticata, ma l'ho ritorvata su Winmx.


A MODO MIO, Negrita


Prende
bene stare fuori oggi che è primavera prende bene andare in giro con il
sole che saluta la sera oggi che è primavera E ho buttato via i pensieri
via la noia e il magone li ho buttati tutti quanti stamani tutti dentro
a un bidone e fuoco col kerosene E a modo mio, a modo mio sono contento
un poco anch'io E a modo mio, a modo mio sono contento un giorno anch'io
E a modo mio, ringrazio Dio oggi la storia la faccio io, a modo mio E'
che oggi sono in forma oggi è un giorno speciale di quei giorni che non
vengono spesso come le eclissi di sole che le puoi quasi contare E le
bambine, le bambine oggi sono gentili le bambine oggi fanno un sorriso
ai fischi dei militari oggi è un giorno alla pari E a modo mio, a modo
mio sono contento un poco anch'io E a modo mio, a modo mio sono contento
un giorno anch'io E a modo mio, ringrazio Dio oggi la storia la faccio
io, a modo mio


 


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