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Il primo blog di Laura Bogliolo. Le origini di GiornalariSiNasce...






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giovedì, gennaio 09, 2003
 

LIBERTA' DI STAMPA: LE VITTIME

IL RAPPORTO 2002 DI REPORTERS SANS FRONTIERES.
Nel 2002: 25 giornalisti uccisi, almeno 692 indagati, almeno 1420 aggrediti o minacciati, almeno 389 media censurati, 118 giornalisti prigionieri nel mondo al 1° gennaio 2003
.
In confronto, nel 2001: sono stati uccisi 31 giornalisti, 489 indagati, 716 aggrediti o minacciati, 378 media censurati.
Leggi il rapporto >>
Il sito di Reporters sans frontières >>
DAL BLOG DI PINO SCACCIA
C’è un muro trasparente ad Arlington, Virginia. Sta in cima a Freedom Park e domina Washington. Ci sono impressi 1.395 nomi. E’ alto sette metri. E non finisce mai: ogni anno, ai primi di maggio, aggiungono un pezzo. Ogni pannello ha un nome, un luogo, una data. E’ nel giardino del Newseum, il museo della stampa. E’ il muro del Journalists Memorial, il monumento ai giornalisti caduti. Il primo della lista: James M. Lingan, 62 anni, americano, ucciso a Baltimora nel 1812. Lavorava al Federalist , dava fastidio ai politici. Non è una lista completa, quella di Arlington, ma è "democratica". Nomi sconosciuti e storici. Robert Capa, 1954. Il fotoreporter forse più famoso del ’900, cinque guerre in 18 anni: sue le uniche, vere immagini dello sbarco in Normandia. A 41 anni andò in Giappone per una mostra, Life lo chiamò: "Già che ci sei, coprici il fronte in Indocina". Saltò su una mina vicino a Hanoi, Vietnam.
Giornalisti massacrati in guerra. Fatti sparire perché davano fastidio. Per l’associazione "Reporter senza frontiere", negli ultimi 15 anni ne sono stati uccisi quasi 800, 24 nel 2001. Da gennaio a novembre, 91 sono finiti in carcere (gli ultimissimi dati aggiornati li leggete sopra). Dall’87 a oggi, nove italiani uccisi in zone di guerra.
Il 19 maggio 1987 in Mozambico muore a 34 anni Almerigo Grilz, cineoperatore triestino: sta filmando un attacco dei guerriglieri Renamo quando un proiettile lo colpisce alla testa. Il 28 gennaio 1994 a Mostar, Bosnia, colpi di mortaio uccidono tre inviati della Rai: Marco Lucchetta, 41 anni, Alessandro Ota, 37, e Dario D’Angelo, 41. Il 20 marzo dello stesso anno a Mogadiscio, Somalia, vengono uccisi Ilaria Alpi, 32 anni, e l’operatore Moran Hrovatin, 45. Anno terribile, il ’94: sul muro di Arlington oltre cento nomi. Anche Giuseppe Alfano, reporter della Sicilia ucciso dalla mafia. Nel ’95, l’operatore del Tg2 Marcello Palmisano, 55 anni, muore in un’imboscata. Il 16 ottobre 2000 in Georgia viene trovato morto con il torace sfondato Antonio Russo, 40 anni, inviato di Radio Radicale. Una morte misteriosa. Un omicidio irrisolto. Russo stava nella zona del Caucaso da 4 mesi. Alla madre aveva detto di aver filmato prove di atrocità commesse nella guerra tra Russia e Cecenia.
A Freedom Park, Antonio è vicino a Kurt Schork, 53 anni, di Washington, veterano dell’agenzia Reuters , caduto in un’imboscata di ribelli in Sierra Leone il 24 maggio. Sono 26, i caduti del 2000, un terzo dei quali uccisi in tre Paesi: Sierra Leone, Colombia e Russia. Nel 2001, sette caduti su 24 sono scomparsi in Afghanistan. L’11 novembre un tedesco e due francesi, tra cui una donna, Johanne Sutton, 34 anni, vengono uccisi nel Nord-Est del Paese dai talebani.
Il 3 maggio scorso, al Journalists Memorial di Arlington, il muro trasparente si e’ allungato. Su quel muro si sono aggiunti altri due nomi italiani, Maria Grazia Cutuli e Raffaele Ciriello. Purtroppo la speranza di Mike Fetters del Newseum di Washington e’ gia’ stata delusa. Nei giorni scorsi e’ morto anche un reporter francese. La speranza cioe’ che quei nomi fossero gli ultimi. p.sc.
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