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Il primo blog di Laura Bogliolo. Le origini di GiornalariSiNasce...






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mercoledì, settembre 18, 2002
 
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UNA NOTTE A CASTEL SANT'ANGELO
Le luci montate sul palco a Castel Sant’Angelo. Qualcuno sgomita per prendere i posti in prima fila. Il butta fuori tocca e spinge come pupazzi la gente che improvvisa una platea sul corridoio di sicurezza con sedie rubate ad altri stend. Caccia al panino per fermare la gastrite nutrita allegramente dal traffico e dalla triste lotta per trovare un parcheggio a pagamento. Tre euro mi è costato. E altri 2,50 euro per un panino casereccio un po’ gommoso e una birra, almeno quella un po’ fredda. Mi giro. La voce di Gianni Minà traduce le parole di uno scrittore argentino per una platea di appena 10 persone. Tutti gli altri gli danno le spalle. Petto in fuori e faccia avanti al palco che a breve ospiterà Bertinotti e Cofferati. Arriva Bertinotti, puntuale. Un quarto d’ora dopo Cofferati. Il dibattito inizia. Cofferati proprio non riesco a seguirlo. Sarà per la lonza trasudata del panino. O più semplicemente per quel linguaggio politichese. Mille parole e nessun concetto chiaro. Bertinotti lo capisco. ‘’Si può dire di sì o di no ad una proposta. Ma non si può rispondere ‘’unità’’’’. Applausi, qualche battuta radical-intelletual-chic. Non vedo l’ora che finisca. Ho perso qualche gene di sinistra? O forse è perché vengo a sapere che un tipo con la puzza sotto il naso della Rai che ho incontrato prima è raccomandato da Bertinotti? Scappo via. Non è finita: la mia macchina chiusa a quadrato da altre due macchine parcheggiate a cavolo, un marciapiede e un muro. Mi attacco al clacson. Chiedo al bar vicino. Nessuno si fa vivo. Chiamo il 112, che mi dice di chiamare il 67691. Musichetta, attesa, ‘’centralino occupato’’. Altre tre persone. Il girotondo dei call center. Mi gira la testa e pure qualcos’altro. Altro numero. Voce greve romana ‘’ma lei ‘ndo se trova?’’…’’vabbè ‘mo glie manno qualcuno’’. Aspetto. Fumo. La gastrite fa il resto. Una macchina si sparcheggia e mi consente di fare 1000 manovre per riuscire ad uscire. Ma ho dimenticato qualcosa. Vorrei confessare di aver lasciato un bigliettino con la scritta ‘’parcheggia meglio la prossima volta’’sulla macchina che ancora mi ostruisce il passaggio dopo 40 minuti di attesa. Non ve lo scrivo perché non l’ho fatto. L’ho accarezzata dolcemente con la chiave della mia macchina. Solo un po’ però.


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